Enea attraversò questo mare. Toccò coste di sirene, avvistò montagne bianche di calcare e di neve, e cupe di grotte. La ninfa Kamaraton ammaliò il nocchiere Palinuro e lo attirò a sé. Le grotte innamorano gli speleologi di tutto il Mediterraneo e li coinvolgono in un’esplorazione senza fine. Intorno a questo mare si muovono e si toccano più speleologie. Un mare di grotte. E di esplorazioni possibili.
Archeologia e paleontologia
Le grotte sono archivi del tempo. Isolate dal mondo esterno, preservano tutto ciò che vi si stratifica. I fossili che si conservano nelle grotte costiere sono le tessere di un grande mosaico. Il loro studio ci aiuta a ricostruire la rete di connessioni tra le diverse sponde del Mediterraneo.
Grotte sacre
Le grotte sono isole. Luoghi di culto, meditazione e spiritualità. Luoghi che hanno ispirato asceti, monaci e predicatori. Eremi sperduti nel silenzio dei monti e su scogliere selvagge. Antri in cui riecheggia la suggestione umana del religioso e del diabolico, speranze e paure che risalgono alla notte dei tempi.
Speleosubacquea
Le coste del Mediterraneo sono traforate di grotte marine. È un patrimonio immenso, un archivio del tempo tutto da esplorare. La ricerca speleosubacquea ha fatto passi da gigante anche grazie allo sviluppo di nuove tecniche messe a punto dagli stessi esploratori. Il primo incontro tra gli speleosub del Mediterraneo.
Le Speleologie del Mediterraneo - Testimonianze
Un luogo dove speleologia, archeologia, paleontologia e speleosubacquea trovano il punto di contatto ed interscambio. Un punto di partenza per lo sviluppo di una speleologia sostenibile dove la protezione delle grotte assuma un aspetto centrale