Il sistema Cozzetta-Orsivacca costituisce un circuito ipogeo, formato dalla congiunzione del percorso sotterraneo dei due inghiottitoi presenta uno sviluppo di circa 1,1 km per una profondità di circa 150 m

Descrizione

L’inghiottitoio Cozzetta, noto anche come inghiottitoio della Bacùta, è ubicato ad est dell’abitato di Caselle in Pittari, lungo il corso del rio Bacuta. Esso rappresenta un inghiottitoio ormai di modesta attività poiché le acque che un tempo vi si riversavano abbondanti e impetuose oggigiorno vengono catturate circa 100 metri più a monte dall’inghiottitoio Cozzetta. La grotta fu visitata per la prima volta durante la campagna del CSR al Bussento del 1952, quando furono discesi soltanto i primi due pozzetti (Franchetti, 1954). L’esplorazione e il rilievo furono completati nel 1960, ad opera dello SCR, che scoprì un collegamento tra questa grotta e l’Inghiottitoio dell’Orsivacca (Laureti, 1960). Nel 1986, l’inghiottitoio viene rivisitato dal Gruppo Speleologico Valtiberino (GSV, 1986). Nel 2007, nel corso delle esplorazioni all’intero sistema Cozzetta-Orsivacca da parte del Gruppo Speleologico CAI Napoli viene eseguito un rilievo aggiornato. L’ingresso si presenta con un grosso portale, di forma quasi regolare con lati di 30X20 metri, alto in volta circa 15 m. Al centro del portale si apre una ripida serie di salti (Pozzi Traversi) che, interrotti da cengie, scendono per circa 30 m, fino ad un lago da cui parte una galleria (Galleria dei Laghi). La galleria prosegue in direzione WSW fino ad incontrare un nuovo salto di circa 10 m, dove l’andamento diventa SW; alla base del salto è presente un nuovo lago lungo una ventina di metri che è possibile aggirare sulla sinistra. Oltre il lago inizia una galleria lunga 60 metri, larga 10 ed alta 7-8 metri, caratterizzata da notevoli cumuli di crolli e detriti al fondo e poderosi concrezionamenti sui lati orientale e meridionale (Sala del Guano). La colata calcitica presente sul lato meridionale della galleria ostruisce parzialmente il passaggio e per proseguire bisogna passare sotto di essa; in questo punto la grotta gira ad est per poi girare nuovamente a SSW dove si incontra un nuovo lago, lungo circa 30 m che bisogna attraversare con un canotto. Oltre il lago si giunge in una grossa sala di crollo, allungata in direzione WSW, che presenta diversi livelli di depositi e concrezionamenti, con grosse stalagmiti e vaschette, che è possibile risalire facilmente (Sala delle Vaschette). Nuovamente in prossimità del lato meridionale, dove maggiori sono i concrezionamenti, bisogna scendere leggermente per poter continuare (Sifone dei Funghi); si percorre, quindi, un tratto che presenta grossi cumuli di fango con crolli e detriti che ha direzione SW per poi girare verso SSW; qui le dimensioni degli ambienti sono più ridotte e si riconosce facilmente una morfologia tipica di una condotta forzata (la Condotta Forzata), leggermente incisa al fondo. In questo punto inizia una serie di salti verticali che, con un dislivello totale di circa 30 m, conduce in una grossa sala di crollo (i Salti), che si allarga sul lato orientale con una sala fangosa. La grotta continua da questa sala verso SW e si entra in un tratto molto concrezionato, con grosse colate e vaschette allagate, oltre il quale, caratterizzato da un grosso concrezionamento, si apre il salto da 5 m che porta sulla Sala de La Hidalga, dove termina il Cozzetta.

Inghiotittoio Orsivacca. La prima esplorazione della grotta fu intrapresa nel 1952 dal Circolo Speleologico Romano che in quegli anni aveva avviato anche l’esplorazione degli inghiottitoi del Bussento, Cozzetta e del Caravo, alla ricerca di un possibile collettore tra le varie grotte e la Risorgenza del Bussento, ubicata più a sud, nei pressi dell’abitato di Morigerati. La prima spedizione riuscì ad addentrasi soltanto per poche centinaia di metri e dovette arretrare davanti ad un lago sifone temporaneo (Franchetti, 1954). L’esplorazione della grotta proseguì nell’agosto 1960 quando, durante un raduno internazionale, speleologi dello SCR, insieme a speleologi spagnoli, arrivarono al sifone terminale. Negli anni ’80 la grotta è stata rivisitata dal Gruppo Speleologico Valtiberino (GSV, 1986). Nel periodo 2005-2007 il Gruppo Speleologico CAI Napoli, nel corso di un’ampia campagna esplorativa nella zona, rivisita l’inghiottitoio e riesce ad esplorare un nuovo ramo raggiungendo il nuovo fondo della grotta a 148 m di profondità. L’Orsivacca si apre nel corso del torrente omonimo con una brevissima forra che dopo pochi metri si affaccia su una serie di due salti con un dislivello di circa 10 metri. In questo primo tratto l’andamento è verso NE, mentre alla base dell’ultimo salto in prossimità di una piccola sala allagata la grotta gira in direzione E. Con un salto di 3 m si entra in una condotta in cui si susseguono una serie di pozze d’acqua, in genere profonde meno di 1 metro, non sempre aggirabili, interrotte da due salti di 2 m (le Prime Rapide). Dopo il secondo saltino si nota una concrezione proveniente da un arrivo alto che si sviluppa per circa 30 metri in direzione SW. La grotta continua con uno scivolo che conduce ad una serie di laghetti, separati da un dislivello di un paio di metri, oltre i quali si apre un pozzo di circa 10 m lungo il quale scorre una colata calcitica. Alla base del pozzo è presente un lago profondo, aggirabile sulla sinistra, mentre sul lato destro una risalita di circa 5 m conduce su un altro ramo laterale. Quest’ultimo si sviluppa per circa una cinquantina di metri in direzione SSW, in leggera salita con un ridotto arrivo d’acqua che determina la formazione di concrezioni; al fondo dopo un breve sifone pensile, svuotato e superato durante le esplorazioni del 2006, il ramo chiude con un cunicolo stretto ed impraticabile. Dopo il I lago la grotta continua in direzione E dove si percorre una breve galleria caratterizzata da crolli al fondo; un breve ramo secondario, molto fangoso, si apre sul lato w della galleria. La galleria è interrotta da un breve sifone, facilmente superabile, oltre il quale è presente una sala caratterizzata da crolli al fondo ed una volta molto alta, dove è stata fatta una risalita di circa 10 m, che porta in una piccola saletta che chiude in concrezioni; un’altra risalita si apre al fondo di un breve ramo laterale subito a nord della sala. Dopo questa sala la grotta gira a SW e si incontra subito un nuovo lago (lago dell’Avvocato), lungo circa 10 m, per superare il quale è necessario nuotare; quasi al centro del lago c’è un passaggio molto basso che, sicuramente, si comporta da sifone temporaneo nei periodi di piena. Oltre questo passaggio la grotta assume un andamento SSE e si entra in un’ampia galleria caratterizzata da crolli e da numerose colate calcitiche sulla pareti (Condotta delle Colate); in particolare, alla fine della galleria due grosse colate calcitiche, provenienti dal lato orientale, stringono notevolmente la sezione della galleria. Dopo un passaggio stretto, per la presenza di concrezionamenti sulle pareti, la galleria riprende con un andamento SSW, caratterizzata da una grossa colata calcitica sul lato est, dove la volta si presenta molto alta, oltre i 10 m, e dove si presuppone ci siano ambienti ampi, probabilmente di interstrato. Alla fine della galleria la grotta gira nuovamente a SE con un condotto allagato che conduce ad una nuova sala dove è presente un grosso arrivo sul lato ovest, che chiude dopo un dislivello di circa 6 m. La galleria continua rettilinea in direzione SE interrotta da un nuovo arrivo laterale sul lato ovest che, dopo una breve risalita ed un passaggio stretto, conduce ad una saletta allineata in direzione NE-SW. La galleria gira nuovamente a SW e prosegue per una trentina di metri fino ad arrivare ad una grossa curva dove è presente un arrivo alto, non ancora esplorato. Subito dopo la grotta gira di 180° e prosegue in direzione NE con una galleria, che dopo una quarantina di metri, si interrompe su un lago; da qui la grotta assume nuovamente le caratteristiche di ambiente marcatamente attivo, con pozze d’acqua e brevi salti verticali, molto simile al tratto iniziale (le Seconde Rapide). L’andamento di questo tratto di grotta è inizialmente verso est, per poi alternarsi con brevi tratti tra SW e SE fino ad assumere una direzione marcatamente verso sud. Un ultimo ambiente, allungato in direzione ESE, porta con un salto di circa 10 metri alla Sala de La Hidalga, dove l’Orsivacca si congiunge con il Cozzetta.

La Sala de La Hidalga si presenta come un grosso salone da crollo, largo 10 metri e lungo 30, dove sul lato est, in prossimità di una grossa colata, si collega l’inghiottitoio Cozzetta, mentre sul lato SSW continua l’inghiottitoio Orsivacca; un grosso arrivo sul lato ovest della sala porta ad ambienti già esplorati nel 1960. Oltre la sala il condotto fa un altro gomito, cambiando la direzione da sud a NE; poco oltre il gomito uno stretto budello laterale, scoperto nel 2005, porta ai nuovi ambienti esplorati, mentre la galleria principale continua a seguire il corso d’acqua approfondendosi di quasi 20 metri, fino a giungere al vecchio fondo dove un sifone chiude l’esplorazione. Prima del sifone un grosso ambiente in risalita si apre sul lato est, con notevoli concrezionamenti e due sifoni pensili. Le nuove esplorazioni portate avanti dal GS CAI Napoli nel 2005 hanno permesso di by-passare il vecchio sifone. Tramite lo stretto budello laterale (il Budello), lungo una trentina di metri, si ritorna sulla galleria principale (Galleria di Valle): andando verso nord si incontra dopo poco un sifone, distante circa 40 m dal vecchio fondo, mentre proseguendo verso valle, in direzione SE, si incontra una sala che continua verso sud in una nuovo ambiente allagato, al fondo del quale è presente un arrivo alto; prima di questo secondo ambiente un salto di circa 3 metri, caratterizzato dall’arrivo in cascata del corso d’acqua, porta su un lago allungato in direzione SW; oltre il lago la grotta si biforca in due rami (le Condotte): uno a nord, dove continua a scorrere l’acqua, ed uno a sud dove si giunge ad un salto di circa 12 m, alla base del quale i due rami si ricongiungono. La grotta prosegue con una cascata che può essere aggirata sul lato nord fino ad arrivare ad un pozzo di circa 7 metri che porta ad un nuovo sifone dove termina l’esplorazione. Sopra il pozzo da 12 m è stato esplorato un cunicolo fossile molto fangoso che ritorna sull’ambiente principale.

Si consiglia l’uso della muta. La traversata è preferibile farla da Cozzetta ad Orsivacca

  • Coordinate Cozzetta 40.17673584 – 15.57145062
  • Itinerario auto: Da Caselle in Pittari prendere strada per Morigerati; superato Monte San Michele all’incrocio girare a sinistra e seguire la strada per circa 3 km; al bivio a sinistra proseguire dritti per altri 800 metri; vicino al cartello turistico si apre un sentiero sulla destra che porta direttamente alla grotta.
  • Coordinate Orsivacca 40.17795359 – 15.56564677
  • Itinerario auto: Lasciare la macchina all’inizio dello sterrato e seguire lo sterrato fino al sentiero che porta direttamente alla grotta.